I metodi di misura
Vengono
qui descritti i metodi di misura previsti dal Ministero dell'Ambiente per
il monitoraggio della qualità dell’aria:
Inquinanti monitorati nel progetto Educaria:
• Materiale particolato
• Ozono (O3)
• Ossidi di azoto (NO/NO2/NOx)
• Composti organici volatili
•
Altri inquinanti
Materiale particolato
Leggi le caratteristiche tecniche del nostro strumento di analisi
Il materiale particolato totale sospeso (PTS) viene determinato attraverso
la filtrazione dell'aria con conseguente raccolta del particolato in sospensione
fino ad un diametro aerodinamico dell'ordine dei 20 - 10 mm.
La concentrazione finale del materiale particolato viene ottenuta o attraverso pesatura del filtro e rapporto al volume di gas aspirato (metodo gravimetrico)
o tramite assorbimento di radiazione beta (metodo automatico) che è in
grado direttamente di rilasciare un dato di concentrazione.
Nel metodo gravimetrico viene usato un filtro a porosità compresa
tra 0.4 e 0.8 mm posto su un supporto metallico resistente alla corrosione.
Per l'aspirazione dei campioni d'aria vengono utilizzate pompe volumetriche
azionate da motori elettrici in grado di funzionare in modo continuo e
con un flusso di campionamento costante. Il filtro viene pesato prima e
dopo il campionamento e la quantità che ne deriva viene rapportata
al volume di aria campionata e normalizzata a 25 °C ed 1 atm.
Gli analizzatori automatici sono costituiti da un nastro di prelievo che
può essere del tipo a carta continua o a catena di supporti metallici
di porta filtri.
L'aria da analizzare viene aspirata attraverso il sistema filtrante in
modo da trattenere le polveri sul nastro filtrante o su uno dei filtri
sequenziali montati sulla catena di sopporto.
All'inizio di ogni ciclo e al termine dello stesso il rivelatore determinerà l'assorbimento
dei raggi beta emessi dalla sorgente da parte della polvere depositata
sul filtro, essendo questa proporzionale al quantitativo di polvere presente
ed in funzione del volume di aria filtrata l'analizzatore rilascerà il
valore di concentrazione.
I sistemi per la determinazione del PM10 (materiale particolato con diametro
aerodinamico minore di 10 micron) si basano sulle tecniche per il materiale
particolato totale con l'accorgimento che le sonde per il prelievo sono
dotate di una testa di campionamento specifica in grado di "tagliare" le
particelle con granulometria maggiore di 10 micron (PM10) o di 2,5 micron
(PM2,5).
Il DM 25 novembre 1994 indica come metodo ufficiale per la misura del PM10
il metodo gravimetrico.
Tale metodo prevede un’operazione di pesata per ottenere il valore
di concentrazione, quindi è molto importante sia la fase preliminare
di condizionamento del filtro, sia la fase di campionamento, nella quale
occorre limitare le perdite delle particelle volatili raccolte.
In sostituzione di tale metodo manuale possono essere utilizzati dei metodi
automatici. Il DM 25 Novembre 1994 indica che tali metodi automatici di
campionamento devono essere dotati di certificazione di equivalenza.
Il sistema di campionamento del PM10 è costituito da una testa
di prelievo, dal sistema di accumulo e dal sistema
di misura (rilevazione):
La testa di prelievo è responsabile del taglio delle particelle
a 10 micron ed è quindi di assoluta importanza per selezionare tale
frazione dal particolato totale; le teste di campionamento più usate
e quindi certificate, sono di tipo EPA (americane) e CEN (europee).
Usare delle teste di prelievo non omologate significa rischiare di campionare
particelle con diametro aerodinamico maggiore di 10 micron e quindi di
produrre risultati non confrontabili con quelli ottenuti mediante sistemi
standard.
E’ importante inoltre assicurare la possibilità di pulire
periodicamente la testa di campionamento, in modo da rendere la misura
ripetibile ed affidabile.
Il sistema di accumulo ha invece il compito di adsorbire il PM10 sul filtro;
l’inconveniente è quello che tale sistema genera calore e
ciò può portare all’evaporazione della frazione volatile
e quindi ad una sottostima del materiale particolato misurato. Per ridurre
questo problema il sistema di campionamento dovrebbe funzionare a temperatura
ambiente o con un sistema aggiuntivo di raffreddamento.
Il sistema di rilevazione è invece quello che permette la misura
della concentrazione del PM10 in aria. Nel metodo gravimetrico tale sistema è una
pesata del filtro sul quale è stato adsorbito il particolato, i
metodi automatici si basano, invece, sull’attenuazione di raggi beta
o sulla bilancia oscillante.
I metodi basati sul principio della bilancia oscillante hanno proprio come
necessità strutturale quella di produrre una certa quantità di
calore per eliminare l’umidità dal particolato e funzionano
quindi ad una temperatura di circa 50 °C e possono quindi portare ad
una sottostima della concentrazione di PM10.
I metodi basati sul principio della attenuazione di radiazione beta funzionano
invece a temperatura ambiente ed il calore generato proviene soltanto dal
motore di funzionamento del sistema di accumulo. Tali metodi sono stati
dimostrati equivalenti al metodo gravimetrico nelle varie condizioni stagionali
e quindi anche in estate dove si presume che le perdite per evaporazioni
siano maggiori.
I fenomeni che possono portare ad una variazione del campione di particolato
raccolto sono quelli dovuti alla rimozione dell’acqua liquida effettuata
durante il processo di accumulazione. Infatti, insieme all’acqua
si perdono specie ad alta volatilità, sia inorganiche (cloruro e
nitrato di ammonio) sia organiche.
Inoltre il campionamento di particelle acide insieme a quelle basiche (generalmente
più grandi) provoca la neutralizzazione del campione. Un altro problema
consiste nella possibile interazione fra gas e particelle che può essere
evitato solo rimuovendo la componente gassosa a monte del sistema di accumulo
delle particelle.Inoltre i campionatori a taglio elevato (come PM 10 o
PTS) sono soggetti a perdite di piccole frazioni delle particelle più grandi
in ingresso anche se tale frazione è trascurabile.
Il campionatore ideale dovrebbe essere in grado di caratterizzare il diametro
delle particelle con risoluzione ottima, di lasciare inalterate le proprietà fisiche
e chimiche del campione raccolto e di determinare in tempo reale la concentrazione
e la natura chimica delle particelle. Inoltre dovrebbe prevedere un intervento
minimo dell’operatore e costi accettabili.
Gli strumenti più usati per la misura del materiale particolato
sono riconducibili a due categorie: metodi manuali e Metodi automatici
(continui o semicontinui). Quelli manuali si basano sulla gravimetria mentre
quelli automatici essenzialmente sull’attenuazione di radiazione
beta, sulla bilancia oscillante e sullo scattering della luce.
I metodi automatici sono basati su principi inerziali, ottici o di attenuazione
beta. Gli unici campionatori automatici basati sulla misura gravimetrica
sono il campionatore dicotomo e quelli sequenziali ad elettrovalvole.
Metodo manuale gravimetrico
La misura gravimetrica è il metodo più usato per la determinazione
della quantità in massa del materiale particolato. Viene effettuata
mediante una bilancia analitica in grado di misurare il peso di una sostanza
da 10 microgrammi a 40 grammi.
I filtri più usati si possono differenziare in base alla loro sensibilità all’umidità relativa
Tra quelli molto sensibili all’umidità relativa i più usati
sono quelli a base di:
• ESTERE DI CELLULOSA (Millipore)
• FIBRA DI QUARZO
• FIBRA DI VETRO (Gelman tipo A/E)
Tra quelli poco influenzati dall’umidità relativa invece si
usano quelli a base di:
• TEFLON (Millipore o Selas Flotronics FM-37):POLICARBONATO
• PVC
I filtri vengono inizialmente condizionati portandoli a valori di 20 °C
e 50 % di umidità per 24 ore prima del campionamento e di nuovo
immediatamente prima delle operazioni di pesata. Altri artefatti possono
essere generati dall’accumulo di cariche statiche sui filtri, specialmente
per quelli in policarbonato e PVC.
Torna Su
Smoke shade
Si basa su un campionatore che aspira l’aria tramite un dispositivo
ad imbuto capovolto che convoglia le particelle su carta da filtro bianca.
Può raccogliere campioni quotidiani per un periodo di 8 giorni.
Ha un diametro di taglio di 4,5 um e non fornisce alcuna informazione
sulle particelle più grandi. La massa viene determinata mediante
l’assorbimento
della luce da parte della macchia costituita dalle particelle raccolte
sul filtro. Il contributo maggiore è dato dalle particelle di
carbonio elementare.
Torna
Su
Campionatore a nastro
E’ anch’esso un metodo ottico automatizzato. Lo strumento raccoglie
le particelle (d > 5 um) su un nastro di carta da filtro; il nastro
avanza periodicamente per permettere la formazione delle macchia successiva.
L’opacità della macchia è determinata misurando la
trasmissione della luce attraverso il materiale depositato e il nastro.
I risultati sono espressi in termini di densità ottica o di coefficiente
di opacità. Le misure sono più sensibili anche alle particelle
non carboniose rispetto allo Smoke Shade.
Torna
Su
Analizzatore a microbilancia (TEOM)
Consiste in un tubo oscillante con un filtro posto sull’estremità libera.
Il cambiamento della massa del filtro produce una variazione della frequenza
di oscillazione del tubo affusolato che è direttamente proporzionale
alla massa. Il flusso è di 16,7 l/min. Il problema è il riscaldamento
che esso produce sull’aria in ingresso (50 °C) effettuato per
evitare la condensa dell’umidità sul filtro: esso genera artefatti
negativi nella misura per l’evaporazione delle specie volatili come
i sali di ammonio e molte specie organiche. Per correggere la massa così determinata
rispetto a quella del campionatore di riferimento viene usato un fattore
moltiplicativo.
Analizzatori ad attenuazione Beta (ADAM)
E’ basato sul principio dell’attenuazione beta ossia dell’attenuazione
dell’energia associata ad un fascio di elettroni che si verifica
in conseguenza dell’attraversamento di uno strato sottile di materiale.
Le particelle beta vengono emesse da una sorgente radioattiva di carbonio
14 e rilevate da un contatore geiger. La misura viene fatta misurando prima
il filtro bianco e poi il filtro usato.
Occorre tener conto sia della radioattività naturale del campione
sia della variazione della densità dell’aria. E’ costituito
da una testa di prelievo PM10 ed effettua il campionamento su membrane
di 47 mm che vengono pesate ed analizzate immediatamente dopo la misura.
Il sistema è automatico per la presenza di 40 membrane, il flusso
di prelievo è di 16,7 l/min.
Torna
Su
Andersen
Questo campionatore utilizza una sorgente di 30 mCi di Kripton 85 accoppiata
con un rilevatore Geiger. Il flusso di prelievo è di 16,7 l/min
mentre il materiale filtrante è costituito da una striscia che scorre
su rulli.
Torna
Su
Wedding
Questo campionatore utilizza una sorgente di 100 mCi di Carbonio
14 accoppiata con un rilevatore Geiger. Il flusso di prelievo è di 18,9 l/min
ed anche in questo strumento il filtro scorre su dei rulli con un andamento
temporale programmabile.
Torna
Su
Nefelometro
Questo strumento, generalmente usato per la misura della visibilità,
si basa sulla determinazione dell’intensità della luce diffusa
dagli aerosol la quale dipende dal diametro delle particelle e da numerosi
altri parametri tra i quali la lunghezza dell’onda incidente e l’indice
di rifrazione delle particelle.
La misura dipende sia dalla natura del particolato, sia dalla
sua granulometria. Gli studi effettuati sui nefelometri mostrano
una
notevole variabilità della
concentrazione sulle particelle fini con un’incertezza a volte fino
a 20-25 ug/m3. Queste differenze di risposte sono imputabili all’umidità presente
sul particolato la quale contribuisce fortemente alla diffusione della
luce (5-20 %) e quindi per attenuare questo effetto vi è, su alcuni
strumenti, il preriscaldamento dell’aria in ingresso.
Tale operazione comporta però l’evaporazione dei composti
volatili e causa quindi una sottostima del valore finale di concentrazione.
Torna Su
Ozono
Leggi le caratteristiche tecniche del nostro strumento di analisi
La misura della concentrazione di ozono si basa sulla tecnica
spettrofotometrica dell'assorbimento, da parte delle molecole
di ozono, di radiazioni
ultraviolette di lunghezza d'onda pari a 254 nm.
Torna
Su
Ossidi di azoto
Leggi le caratteristiche tecniche del nostro strumento di analisi
Il biossido di azoto viene determinato previa trasformazione
in monossido di azoto, e si basa sulla misura della radiazione
caratteristica
emessa per chemiluminescenza dalla reazione in fase gassosa tra
monossido
di azoto e ozono:
il biossido di azoto deve essere trasformato in monossido
in quanto la reazione precedente implica solo quest'ultimo,
attraverso
un
convertitore aI molibdeno a 375 ° C.
Torna
Su
------------------------------------------------------------------------
Composti organici volatili
Questi composti vengono determinati raccogliendo il campione
di aria su appositi materiali adsorbenti specifiche per il composto
in esame
e contenuti
in fiale.
L'inquinante più importante che fa parte di questa classe di composti è il
benzene per il quale si usano Carbone, Carbotrap (carbone
grafitizzato), o Tenax con prelievi non superiori ai 10
litri di aria. La
separazione dall'adsorbente viene effettuata mediante un
solvente specifico mentre
l'analisi viene eseguita per via gascromatografica.
La metodica consiste nell'utilizzo di colonne riempite di un
supporto che interagendo differentemente con le molecole che
vengono introdotte
al suo
interno, mediante iniezione in flusso di gas, le separa prima
dell'ingresso nel rilevatore, solitamente un FID.
In generale però si accoppia al gascromatografo
uno spettrometro di massa che frammentando la molecola riesce,
in funzione del peso dei
singoli frammenti e grazie a librerie di ricerca, a qualificare
il tipo di sostanza e quindi minimizzare i possibili errori.
Attualmente sono presenti in commercio analizzatori integrati
capaci di determinazioni in continuo dei BTX, Benzene, Toluene
e Xileni.
Torna
Su
------------------------------------------------------------------------
Altri
inquinanti
Per i metodi di misura di altri inquinanti quali biossido di zolfo, monossido
di carbonio, metalli e idrocarburi non metanici, consulta la pagina del
Ministero
dell'Ambiente e della Tutela del Territorio
Fonte: Ministero dell'Ambiente e della Tutela del
Territorio
Torna
Su
|