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CULTURA E MARKETING TERRITORIALE La sfida per il futuro di Milano passa anche dalla progettualità duratura di eventi culturali
"L’idea del festival si è sviluppata a partire da un’indagine condotta nel 1995 dall’agenzia inglese Comoedia per conto della Regione Lombardia per verificare le potenzialità di rilancio turistico e culturale di alcune città lombarde. Nelle conclusioni della ricerca s’indicava per Mantova la possibilità di trasformarsi in una città del libro e della lettura sul modello consolidato in altri paesi europei, in particolare dell’area anglosassone."
Queste sono le parole con le quali sulle pagine del sito del Festival della letteratura di Mantova si racconta la genesi di quello che è non solo uno dei più rilevanti eventi del panorama culturale italiano, ma anche un caso di marketing territoriale da manuale.
Sulla scia di Mantova, negli anni sono nate iniziative simili come il Festival dell'economia di Trento o quello della filosofia che si tiene tra Reggio Emilia e Modena. Esempi di come, se ci sono idee innovative, la cultura possa diventare un volano economico attraverso la collaborazione di istituzioni locali, operatori del settore e sponsor privati.
Milano ha bisogno di tutto ciò? Indubbiamente la realtà meneghina è assai più poliedrica e ricca di vocazioni produttive di quanto siano Trento, Mantova o Modena. Le settimane della moda o il Salone del mobile sono eventi che catalizzano l'attenzione degli operatori di tutto il mondo e attirano visitatori da ogni continente.
Ma può una città che vuole proporsi tra le capitali culturali d'Europa limitarsi a queste due grandi occasioni di visibilità?
Perché Milano, capitale italiana dell'editoria, nel corso degli ultimi anni non è riuscita, quando in tutta Europa si è affermato il marketing territoriale legato alla cultura, a costruire un appuntamento legato alla letteratura e al libro in grado di porla al centro dell'interesse di questo settore almeno a livello nazionale?
Perchè Milano, che ospita grandi agenzie fotografiche e dove hanno lavorato e vissuto per anni fotografi di fama internazionale come Scianna, Berengo Gardin, Dondero, dove ha sede una realtà d'eccellenza come lo Spazio Forma, non ha mai pensato di creare un festival della fotografia che sicuramente andrebbe incontro all'interesse sempre crescente per questo settore che sta addirittura vivendo una riscoperta dell'analogico, la cara vecchia pellicola?
Sarebbero non solo occasioni per un'ampliamento dell'offerta culturale, ma anche un'opportunità economica che altre città hanno saputo cogliere, come Torino, che passata la fase del declino industriale è riuscita a ripensarsi come sede di grandi iniziative culturali divenendo, dopo le classiche città d'arte, una meta turistica molto attraente.
Non è certo un'impresa facile, ma Milano offre realtà creative che potrebbero far germinare progetti capaci di svilupparsi fino ad assumere dimensioni e qualità in grado di imporsi a livello nazionale e internazionale.
Beniamino Piantieri
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