IL PARERE DELL'ISTITUTO NAZIONALE DI URBANISTICA - SEZ. LOMBARDIA

Come l’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano, anche la Sezione lombarda dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) ha espresso il proprio parere sul Piano di governo del territorio elaborato dall’Assessore all’urbanistica del Comune di Milano.
Anche in questo caso si tratta di un parere sostanzialmente negativo, che mette in luce alcune criticità che sono alla base del PGT approvato in prima lettura dal Consiglio comunale di Milano il 14 luglio.
Il primo rilievo (pagg. 1-3 del documento) mosso dall’Istituto nazionale di urbanistica riguarda la mancata dimensione metropolitana del PGT.
Indubbiamente questo vizio d’origine, che in un contesto come quello dell’area milanese dove il continuum urbano costituisce una rete complessa di funzioni interdipendenti che travalica i confini del singolo comune, non può essere imputata agli estensori del Piano di governo del territorio di Milano, ma va ascritto alla legge istitutiva dei PGT. Però, secondo l’INU, il PGT di Milano non fa nemmeno un tentativo di pensare lo sviluppo urbano in una dimensione metropolitana; a pagina 2 del documento si può leggere “Non si riscontra neppure l’indicazione di tentativi esperiti in applicazione del principio di copianificazione o solo del principio di collaborazione con gli altri enti interessati e di alcune possibili soluzioni mediante il ricorso a c.d. azioni di ‘governance metropolitana’. In particolare, da un angolo di visuale attento alle suddette esigenze di inquadramento è da richiamare l’attenzione su un aspetto da considerare più problematico di altri, quello relativo al sistema infrastrutturale della mobilità, per evidenziare che non sembra sufficientemente risolto il tema delle relazioni di scala metropolitana; ciò a fronte del previsto rilevante incremento delle funzioni urbane. Deboli appaiono le scelte relative al rafforzamento del rapporto con il contesto metropolitano.”
In conseguenza di ciò la Sezione lombarda dell’Istituto di urbanistica nutre più di un dubbio sul fatto che un PGT che non riesce a cogliere la dimensione metropolitana possa essere definito strategico, come dovrebbe essere. A questo proposito il parere dell’INU è perentorio: “Difficilmente concepibile era ed è per lo stesso un disegno di rilevanza strategica di angusto respiro comunale. A tale conclusione si deve pervenire a maggior ragione in quanto, come è già stato rilevato, ristretto risulta il territorio del Comune di Milano ed elevata è la complessità territoriale–urbanistica dell’area metropolitana in cui esso ricade”.
Altro aspetto di principio che il documento mette sotto una luce critica è la sostanziale deregulation che innerva tutto il PGT, infatti se gli urbanisti approvano l’uscita da una logica dirigistica non condividono il sostanziale abbandono della pianificazione “Auspicabile deve essere considerato (se ne conviene) il superamento di inutili e giustamente vituperati ‘lacci e lacciuoli’ da urbanistica cosiddetta veterodirigistica, non anche il passaggio ad una politica urbanistica contraddistinta da un sostanziale abbandono del metodo della pianificazione.” (pag. 6)
Superati questi aspetti generali, il documento dell’INU mette in rilievo le criticità di due punti cardine del PGT milanese: l’attribuzione di indici edificatori virtuali al Parco sud e la densificazione (pagg. 4-5).
Altro aspetto su cui si sofferma criticamente il parere della Sezione lombarda dell’Istituto di urbanistica è la rispondenza tra le prospettive del mercato immobiliare e le cubature che il PGT vorrebbe riversare sulla città. Su questo punto il giudizio sembra senza appello: “Ne risulta un dimensionamento che appare quasi incredibile, in particolare se si considera l’attuale fase di rallentamento del mercato immobiliare, e si confrontano i dati con quelli degli ultimi quindici anni.” (pag. 7) 
Il documento dell’INU, infine, mette in luce le problematiche relative ad altri due caposaldi del Piano di governo del territorio: la devoluzione ai privati dei servizi (pagg. 7-8) e il meccanismo della perequazione (pagg. 9-10) che dovrebbe consentire di spostare le volumetrie da una parte all’altra della città.