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 notiziario 567 del 12-12-2013

SE IL COMUNE È COSTRETTO ALL'ANTICIPO
ENERGIE DA INVESTIRE
VIA VIA, VIENI VIA DI QUI
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SE IL COMUNE È COSTRETTO ALL'ANTICIPO
Palazzo Marino conta i risparmi 2013 ed investe tutto nel 2014. Per una soluzione sull'Imu si aspetta ancora il Parlamento

Neanche tre settimane dopo aver chiuso il bilancio di previsione con un dibattito record di quasi 70 ore, ed un ostruzionismo a cui l'opposizione ha rinunciato solo dopo il secondo intervento in aula del Sindaco, il Consiglio comunale si sta preparando ad un'altra possibile maratona, questa volta sull'assestamento di bilancio.
Almeno finché il parlamento non voterà quegli emendamenti che metterebbero al sicuro dal pagamento della 'coda' di Imu del 2013 (dovuta dai milanesi dopo che quest'anno a Milano l'imposta è stata alzata fino al limite massimo dello 0,6 per cento, mentre il governo ha stabilito di coprirne più o meno lo 0,5), a quel punto, l’opposizione potrebbe decidere di lasciare cadere gli oltre 4000 emendamenti presentati per bloccare il dibattito in aula.
L'assestamento è l'ultima correzione che è possibile fare sul bilancio dell'anno in corso, e non è, ha precisato l'assessore alla partita Francesca Balzani, un passaggio obbligatorio. “Ma è comunque un passo importantissimo -ha spiegato l’assessore al Bilancio- per iniziare col piede giusto a fare i conti nel prossimo anno”. I risparmi di questi mesi hanno infatti generato un ulteriore tesoretto di 18 milioni di euro, a cui deve essere data immediatamente una destinazione se non si vuole 'perderli' (i nuovi meccanismi contabili prevedono infatti che tutto quanto non speso vada alla voce Fondo svalutazione crediti).
Soprattutto, di questi soldi Palazzo Marino ha comunque estremo bisogno. Il 7 febbraio circa 4700 persone tra anziani e disabili riceveranno infatti normalmente la prima rata annuale dei sussidi loro assegnati: una spesa, per il Comune, di 25 milioni, che verrà alimentata proprio dal tesoretto di cui abbiamo scritto sopra.
Nelle ultime settimane a Palazzo Marino sono arrivati anche 25 milioni aggiuntivi sotto forma di contributi statali per Expo. Una cifra che è in realtà un risarcimento parziale rispetto ai 52 milioni aggiuntivi che Milano ha dovuto girare a Roma per alimentare il Fondo di solidarietà comunale, con un trattamento particolarmente svantaggiaso rispetto ad altre grandi città.
Soldi in entrata e risparmi, seppur a fine anno. Non avrebbero potuto coprire il 'buco' di 44 milioni di  Imu sulla prima casa, che ad oggi i milanesi dovrebbero pagare nella rata di gennaio? Domanda che hanno posto in tanti, compresa l'opposizione. L'assessore Balzani ha risposto che no, l'assestamento non c'entra niente con L'Imu, che è una partita parallela.
Che non ci fossero margini l'aveva confermato anche un dirigente del Settore bilancio qualche giorno fa, spiegando come quella parte dei 55 milioni di dividendi Atm prelevati dal Comune a settembre e non restituiti all'azienda di trasporto pubblico fosse già stata destinata al bilancio 2014, appunto per le spese previste del settore Politiche sociali.
Altro gioco d'anticipo quello su Expo, con Palazzo Marino che ha già stanziato la quota di 68 milioni che dovrà girare alla partecipata “Expo 2015” nel prossimo anno, per mettersi al sicuro rispetto ad una possibile modifica del Patto di stabilità nazionale che potrebbe ulteriormente ridurre le possibilità d'investimento per gli enti locali. Meglio prevenire, quindi.
Tornando all'Imu, la linea della giunta, e di tutto Palazzo Marino, è sempre la stessa. Quello dell'imposta sulla casa è un problema che deve risolvere il Governo.
E dal Parlamento sarebbero in arrivo due emendamenti che, se passeranno al dibattito finale alla Camera, dovrebbero in qualche modo chiudere la questione. Il saldo della rata 2013 dovrebbe comunque essere pagato a gennaio del prossimo anno, ma questa somma verrebbe poi detratta dalla Tasi, l'imposta sui servizi comunali che nel 2014 sostituirà l'Imu. Essendo questo un gioco a saldo zero, contemporaneamente quei 44 milioni ancora da trovare a Milano (380 in tutta Italia) verrebbero coperti chiedendo ai proprietari di tre o più abitazioni di pagare, sempre nel 2014, un'aliquota dell'1,26% del valore catastale, anziché il massimo previsto dell'1,06%.
Col voto sulla legge di stabilità ogni polemica a Palazzo Marino dovrebbe cadere, ma si è già aperto il prossimo caso. Milano e Brescia, azionisti di maggioranza di A2A, hanno infatti deciso di chiudere la gestione duale dell'azienda (consiglio di sorveglianza-consiglio di gestione), e di passare ad un unico consiglio d'amministrazione, quotando in Borsa un ulteriore 5 per cento delle azioni nel 2014. Un'azione portata avanti nell'ambito dei legittimi poteri della Giunta, ma di cui il Sindaco non aveva informato preventivamente i Consiglieri. Per l'opposizione è un ulteriore terreno di scontro.

Claudio Urbano
 
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